Progetti
Le versioni tradizionali di Lu Rusciu mantengono intatta la matrice di pizzica su cui si canta con intensità la melodia tramandata oralmente senza variazioni strutturali tra le varie strofe.
In questo arrangiamento ho cercato di creare un unico arco formale in crescendo per le poche strofe che ho scelto; le atmosfere oniriche iniziali aprono attraverso un solo di piano ad una improvvisazione ETNO-JAZZ su una ritmica fortemente irregolare che accompagna anche la ripresa finale delle strofe iniziali.
Il tentativo, con questa ed altre operazioni simili, è la ricerca di soluzioni stilistiche non convenzionali e più attuali su materiale musicale etnico del Mediterraneo(e non solo), perché avverto la necessità di un equilibrio fra il tanto frequentato “meticciato” musicale e il desiderio di scansare l’ovvio.
Non pretendo di riuscirci, mi appassiona provarci.
In Sicilia si vedono angoli e paesaggi con frammenti di colonne greche, mosaici con figure mancanti, torri isolate o chiese che hanno “inghiottito” antiche moschee del primo periodo islamico. Talvolta si trovano anche tetti di lamiera su antiche mura purtroppo.
Ho sempre subito il fascino di queste disordinate testimonianze dello scorrere del tempo e credo che questa composizione nasca da quello stupore di cogliere una strana eleganza in quel disordine.
Alessandro Carbonare Clarinet Trio ha dato vita e un suono a quelle immagini. Luca Cipriano, Alessandro Carbonare e Giuseppe Muscogiuri, vi ringrazio di cuore.
Forse ha ragione il mio grande amico e bravissimo compositore
quando dice che certi bassi in Beethoven non tornano.
“Musiche per luoghi diversi”, terzo movimento: Tejo, meu doce Tejo. Con l’ Orchestra Giovanile di Roma del M° #VincenzoDiBenedetto,
Direzione: M° Vincenzo De Filippo
Roma, Teatro Vascello
Direzione: M° Vincenzo De Filippo
Roma, Teatro Vascello